1932

1 gennaio 1932

Il '32 dovrà essere l'anno decisivo. Sarà un anno di lotte dure e spietate. L'importante è stare in mezzo ai nostri, non separarsi mai dal popolo, che è il principio, il centro e il fine di tutto il nostro lavoro...

4 gennaio 1932

Un capo delle SA viene a chiederci se un suicida possa essere sepolto con le nostre bandiere. Gli rispondo di sì, a condizione che il suo crollo sia avvenuto in conseguenza dei travagli del nostro tempo.

6 gennaio 1932

Nell'organizzazione c'è un uomo del quale nessuno si fida. Esiste il pericolo che in un momento decisivo salti il fosso e ci procuri un danno incalcolabile e non più rimediabile in pratica. Non gode di solidarietà, e perciò non può essere veramente amico di nessuno. Quest'uomo si chiama Gregor Strasser..

7 gennaio 1932

Tutto è di nuovo in movimento. Il Führer è stato da Groener. Ha cercato di convincerlo a prorogare il mandato della presidenza del Reich per via parlamentare. Andrebbe anche bene, ma qui non si tratta del presidente del Reich. Il Signor Brüning vorrebbe stabilizzare a tempo indeterminato la sua posizione e quella del gabinetto. Il Führer ha chiesto un periodo di riflessione. Inizia la partita scacchi per il potere. Forse andrà avanti per tutto l'anno. L'importante è che rimaniamo forti e non scendiamo a compromessi: allora vinceremo per legge naturale.

10 gennaio 1932

Brüning non e stato felice nella tattica Vuole fare della presidenza un mercato. Come contropartita ci offre la legalità. Il Führer ha rifiutato freddamente e laconicamente. Brüning tenta di recuperare, ma è troppo tardi. Ora alla Wilhelmstrasse starnazzano come polli spaventati. La posizione di Brüning è in serio pericolo. Entrano in gioco a migliaia altre forze, comprese quelle marginali. Siamo noi ad avere I'asso in mano. Il Führer vuole arrivare ad ogni costo allo scioglimento del Reichstag.

4 febbraio 1932

Il pomeriggio parlo ancora una volta con il Führer sul piano definitivo dell'imminente campagna elettorale... E' meraviglioso osservare con quanta sicurezza e lucidità il Führer si prepari all'imminente presa del potere. In lui non sorge il benché minimo dubbio. Parla, agisce, e si sente come se avesse già il potere in mano. Questo dà a tutti coloro che lo circondano uno splendido senso di sicurezza. Senza il Führer il movimento nazionalsocialista non sarebbe neppure pensabile.

17 febbraio 1932

Oggi, dovrebbe scadere il mio divieto di parlare in pubblico. Poiché non posso trascorrere le serate nelle riunioni, impiego questo breve periodo di tempo per andare ogni tanto a teatro. In particolare è sempre commovente e affascinante la pienezza melodica di Puccini. E' un musicista di carne e sangue. Quelli più moderni possono andare a nascondersi di fronte a questa ricchezza inventiva.

20 febbraio 1932

Con la sezione propaganda è stabilita nei dettagli la tecnica della campagna elettorale. Ho l'ambizione di fare della campagna elettorale di quest'anno un capolavoro di propaganda. Il motto per il primo manifesto è: Schluss jetzt (adesso basta). Il conte Helldorfl è stato da Schleitcher. Quello si sente sicuro e crede che il nazionalsocialismo sia soltanto un fenomeno transitorio.

22 febbraio 1932

Il Führer mi dà il permesso di scatenarmi stasera al Palazzo dello Sport. Grazie a Dio! Quando, dopo un'ora di discorso preparatorio proclamo pubblicamente la candidatura del Führer, un delirio entusiastico si scatena per quasi dieci minuti. Dichiarazioni frenetiche per il Führer. La folla balza in piedi, grida ed esulta. Il soffitto della sala minaccia di crollare. Un istante travolgente. Questo è veramente un movimento che deve vincere. Si scatena un entusiasmo, un'estasi indescrivibile. Il conte Helldorf alla fine si presenta al microfono e pronuncia in nome delle SA il giuramento di fedeltà al Führer. L'atmosfera è meravigliosa. La gente ride e piange contemporaneamente. Molti sono completamente fuori di sé. Per la prima volta si ha la sensazione che è veramente il popolo che sta sorgendo.

23 febbraio 1932

Reichstag. Seduta affollatissima. Groener parla brevemente. Subito dopo tocca a me. Tutti sono pieni di tensione. Inizio in tono quasi accademico. I rossi rumoreggiano con l'intenzione di rendere le mie parole incomprensibili. Ma riesco a parlare ugualmente. Dura liquidazione di Bruning che sta seduto vicino a me con le braccia incrociate. Infine, pronuncio la parola «partito dei disertori». Quelli della Spd rumoreggiano per quasi un quarto d'ora. La seduta viene sospesa. L'intero palazzo è in preda di una agitazione tumultuosa. Dopo la riapertura della seduta vengo espulso. Un'incredibile commedia. Il verbale della riunione è stato falsificato per trasformare il mio attacco contro la Spd in un'ingiuria verso il presidente del Reich. La lotta si è quindi scatenata su tutto il fronte.

11 marzo 1932

Dovunque regna una folle inquietudine. La parola putsch aleggia come uno spettro. Non ci credo. Una volta che avremo il potere non dovremo pensare tanto a come uscire da Berlino, quanto a non farne uscire gli altri. Le case dei camerati di partito più noti saranno sorvegliate nei prossimi tempi dalle SA e dalle SS. Tutto quello che è umanamente possibile è stato predisposto...

13 marzo 1932

Verso le 10, possiamo farci un'idea generale. Siamo battuti; prospettive terribili. Ci siamo sbagliati non tanto nella valutazione dei nostri voti quanto sulle prospettive degli avversari. A loro mancano soltanto centomila voti per avere la maggioranza assoluta. I nostri camerati sono profondamente depressi e scoraggiati. Oramai, possiamo salvarci soltanto con una mossa audace. In nottata parlo per telefono con il Führer. Non ha perso le staffe. Avevamo mirato troppo in alto; ma nonostante tutto, non è stato un errore lanciarci in questa battaglia elettorale. Se non cede il Führer, nemmeno l'Organizzazione capitolerà. Nel dominare le situazioni pericolose, è veramente un maestro. Non I'ho mai visto abbattuto. L'accanimento della stampa è sceso al livello personale più basso. Alla fine bisogna decidersi ad abbattere senza tante storie esseri simili. Alle due di notte, il sogno del potere è per ora svanito.

10 maggio 1932 : il disprezzo nazista per l'uomo

Il Reichstag va avanti. Il dibattito Si trascina straccamente, come un fiumiciattolo in magra. Poi parla Goring. Attacca violentemente Groener. Il successo supera ogni aspettativa. Groener risponde. Esempio senza precedente d'incapacità e di impotenza. Lo sommergiamo di interruzioni e commenti a tal punto che le risate fanno fremere e scuotono l'intero palazzo. Alla fine fa soltanto pena. Un uomo fallito! Ha cantato il suo canto funebre. Uno di noi chiede che il suo discorso venga trasmesso per radio. Viene espulso dal parlamento e la seduta è tolta.

9 agosto 1932: ricordi d'infanzia

Nel pomeriggio vengono Strasser, Fricke e Funk. Sono messi al corrente da Hitler. Tutti gentili con noi. Soprattutto con Magda. La sera racconto della mia famiglia, soprattutto di papà e mamma. Tutti e due assomigliano in maniera impressionante ai genitori di Hitler. Lui ne è molto colpito. Tiriamo fuori vecchi ricordi. E' sempre la cosa più bella e commovente, Hitler ha ricordi d'infanzia quasi identici ai miei. Il padre un tiranno domestico, la madre fonte di bontà e di amore. A letto molto tardi. Lo Stato e il partito devono diventare tutt'uno e formare un terzo elemento nuovo, caratterizzato totalmente dalla nostra essenza.

10 ottobre 1932: giustizia molto privata

Un redattore che era stato coinvolto nello scandalo Sklarek ha attaccato mia moglie nel modo più infame su un giornale da boulevard. Un uomo delle SS si fa annunciare da lui e lo frusta con il suo frustino da cavallerizzo finché crolla a terra sanguinante. Poi mette sul tavolo il suo biglietto da visita e se ne esce dalla redazione senza essere trattenuto da alcuno dei rettili presenti. E' questo l'unico mezzo per spuntarla con simili calunniatori. Non si fermano neppure di fronte alla buona reputazione di una donna indifesa. E per questo vanno picchiati fintanto che imparano di nuovo le leggi basilari del vivere civile...

8 dicembre 1932: la politica è tutto

A mezzogiorno, scoppia la bomba: Strasser ha scritto una lettera al Führer nella quale gli comunica le sue dimissioni da tutte le sue cariche nel partita. I motivi che adduce sono senza fondamento e non si possono neppure discutere. Il partito dovrebbe awicinarsi allo Stato. E' venuto il momento di inserirsi. Il movimento si logora in una posizione insensata. Lui non se la sente più di approvare questo corso e rifiuta ogni responsabilità in proposito. Naturalmente tutte queste motivazioni non reggono. Semmai, dimostrano soltanto che in Strasser l'aspirazione alla carica di ministro è più forte della fedeltà al Führer ed al partito... Hitler dice: Se il partito si spacca, la faccio finita in tre minuti... La sera il Führer viene da noi. L'atmosfera non è buona. Siamo tutti depressi, soprattutto di fronte al pericolo che l'intero partito si spacchi, rendendo inutile tutto il nostro lavoro. Siamo davanti alla prova decisiva. Il Führer passeggia per ore nella camera d'albergo, su e giu. Si vede dai tratti del suo volto che soffre molto. E' amareggiato e profondamente ferito da questa infedeltà. A un certo punto si ferma e dice semplicemente: «Se il partito si spacca, la finisco con la pistola in tre minuti». Parole terribili, che opprimono l'animo come un peso di quintali.

1933

14 giugno 1933

Lunedì mattina a Roma. Arrivo con gran cerimoniale. Super-ricevimento. Udienza dal re. Fa una buona impressione. Intelligente e affascinante. Tremendi problemi linguistici. Ma ce la caviamo. Faccio una discreta impressione. Glielo si vede in faccia.

Percorriamo Roma. L'eterna Roma. Forum Romanum. Da lontano San Pietro. La via Appia. A vederla il sangue mi brucia. Antica nostalgia appagata.

Da Mussolini. Attraversiamo lunghi corridoi. Un minuto d'attesa. Balbo lo raggiunge. Il buon Balbo! Un uomo del Rinascimento. Ora sono davanti a lui. E' basso di statura. La testa però è massiccia. Dà un'impressione antica. Con me è subito come un amico. Il dottore. Ci troviamo subito. Parliamo per un'ora di tutto. è entusiasta delle mie spiegazioni. Non fa che dire: Sono molto soddisfatto. Mi piace lui, mi piace il suo modo di fare. Benevolo e auro. Mai mollare, Mai cedere; Siete sulla strada giusta. Lucidità di vedute! Ci lasciamo da amici. Si scattano foto. E' molto contento del mio regalo. A stasera! Sono molto soddisfatto. Sono le sue parole di saluto.

Colazione da Bodrero. Le Associazioni degli Autori. Spiccano: Pirandello, il poeta, un vecchio piccolo e agile; Alfieri, personaggio di grande classe, testa lucida; e lo stesso Bodrero, un dotto taciturno. Tutti quelli che hanno un nome sono qui. Bodrero si rivolge a me con grande cortesia. Cena al Grand Hotel, offerta da Mussolini. Gran gala. Magda al braccio di Mussolini. Lei si comporta benissimo. Lui ha un aspetto splendido. Gentilissimo con Magda. Belle donne. Musica e conversazione. Poi si formano gruppetti. Io con Mussolini. Continuiamo il colloquio. Su partito e rivoluzione E' lucidissimo Un rivoluzionario sfrenato. Duro contro il capitale e I'aristocrazia. La scomunica è il suo pegno. Siamo d'accordo su tutto.

[...]La città. Tutto in grande stile, realizzazioni audaci. Un bel colpo d'occhio. Visitiamo I'intero complesso. Imponente. Mussolini è un genio creativo. Sta costruendo una nuova provincia. Lasciamo la città e percorriamo tutta la campagna circostante. Un vortice di attività. Tutti sono presi dal lavoro. Lui è il motore. Anche I'ultimo operaio ha fede in lui. Noi pure dobbiamo costruire. Con audacia e temerità. A Villa Falconieri. Colazione. Grande ricevimento del Duce. Tutto è fascino.

[...]Mussolini è molto contento delle mie impressioni. Nel salutarmi: «Dica a Hitler che può contare su di me. Sarò con lui in ogni circostanza». Foto. Splendido commiato. Ho conosciuto un grandissimo uomo. Come ci si sente arricchiti!

1936

15 gennaio 1936

Il signor Waldegg riferisce del suo viaggio in America. Un paese senza cultura. Ma qualcosa la sanno fare e la fanno anche con grande diligenza: per esempio la tecnica e la cinematografia. Non sono assolutamente interessati interiormente all'Europa. Hanno dodici milioni di negri e sette milioni di ebrei. E' naturale che non riescano a capire le nostre leggi razziali. Non è neanche necessario che lo capiscano. Debbono fare film e costruire macchine.

8 giugno 1936 contro il bolscevismo

Il bolscevismo deve essere schiacciato al muro. Come un ragno. Non deve restarne nulla. Assolutamente nulla! Questa è la nostra missione europea! Di pomeriggio con il Führer. E la contessa Ciano, figlia di Mussolini, i Magistrati e gli Stumm. Discorsi molto interessanti. Il Führer discute in modo magnifico. Sviluppa piani e idee meravigliose. Edda Mussolini è assolutamente entusiasta di lui. E' proprio come il padre, un po' lo imita anche. Ma per resto è molto simpatica. Soltanto è terribilmente truccata. Come quasi tutte le italiane. Magistrati mi racconta che Mussolini ha suggerito a Schuschnigg di conciliarsi con la Germania. Chissà se è vero? Non si deve mai credere agli italiani.

20 giugno 1936: lo sport, rovinato dal razzismo

Aspettiamo ora l'incontro di boxe tra Max e Joe Louis. Siamo in tensione per tutta la sera. (...)

Poi alle tre di notte comincia l'incontro. Al 12° round Schmeling mette k.o. il negro. Meraviglioso, un incontro drammatico, eccitante. Schmeling si è battuto e ha vinto per la Germania. Il bianco sul nero e il bianco era un tedesco. Sua moglie è magnifica. In tutta la famiglia una gioia senza fine. Soltanto alle cinque del mattino riesco ad andare a letto.

23 settembre 1936: meglio senza il Cristianesimo

Ieri: una delle mattine più belle e più profonde della mia vita. Su verso l'acropoli. Soltanto con pochi accompagnatori. E per ore passeggio attraverso questo nobilissimo luogo dell'arte nordica. I Propilei, il Partenone e l'Erechteion. Ne sono completamente affascinato. Qui la vita, Dio e l'arte sono diventati una cosa sola. Felice antichità che poteva vivere e creare senza cristianesimo in eterna serenità.

1937

10 aprile 1937: il divorzio e le donne

Anche il Führer è contrario al divorzio. Per la nostra gente il matrimonio è un po' un freno. Ci racconta che aveva amato pazzamente una donna sposata ed aveva cercato di dimenticarla con molte altre donne. Non era stata una bella cosa. Il problema delle donne è il nostro problema più grave.

10 ottobre 1939: i polacchi

Il giudizio del Führer sui polacchi è micidiale. Più animali che uomini completamente ottusi e amorfi. Inoltre una classe di mezzosangue che sembra il prodotto dell'incrocio fra le classi più infime e una classe ariana di signori. La sporcizia dei polacchi è inimmaginabile. Anche la loro intelligenza è uguale a zero.

1939

29 dicembre 1939

Interessa molto il Führer la questione Russia. Stalin è un tipico russo asiatico. Il bolscevismo in Russia ha rimosso la classe dirigente europea occidentale. Solo essa era in grado di rendere politicamente attivo quel gigantesco colosso. E' un bene che oggi non lo sia più. La Russia rimane Russia, da chiunque venga governata.

Poi torniamo a parlare di problemi. Il Führer è profondamente religioso ma totalmente anticristiano. Considera il cristianesimo un sintomo di decadenza. E' un prodotto della razza ebraica. Lo si vede anche dall'analogia dei riti religiosi. Entrambi non hanno rapporti di sorta con gli animali e finiranno per andare a picco. Il Führer è un vegetariano convinto, per principio. Le sue argomentazioni sono inconfutabili. Sono estremamente convincenti. Non ha molta considerazione per l'homo sapiens. Non dovrebbe sentirsi tanto superiore agli animali. Non ne ha motivo. L'uomo crede di essere lui solo dotato di intelligenza, di anima

1940

22 gennaio 1940

Il Führer ci invita a casa sua la sera. E' deciso alla guerra ad oltranza contro l'Inghilterra. Appena il tempo si mette bene. L'Inghilterra deve essere spazzata dall'Europa e la Francia deposta dalla sua posizione di grande potenza. Allora la Germania avrà l'egemonia e l'Europa la pace. Questa è la nostra grande eterna meta. Dopo di che il Führer vorrebbe restare in carica qualche anno ancora, attuare riforme sociali e completare le imprese architettoniche e quindi ritirarsi. Poi ci pensino gli altri. Vorrà quindi restare al di sopra della politica come uno spirito benigno. E mettere per iscritto tutto ciò che oggi lo occupa. In altre parole il vangelo del nazionalsocialismo. Parliamo a lungo di bambini.