La democrazia
il sistema di governo meno imperfetto
Francesco Bertoldi
«democracy is the worst form of Government except for all those other forms that have been tried from time to time.» (W. Churchill, discorso alla Camera dei Comuni 11 Novembre 1947)
Accuse ingiuste
una pericolosa smemoratezza
La forma di governo democratica è ancor oggi, dopo una rinnovata fortuna nei decenni che seguirono immediatamente la Seconda Guerra Mondiale, soggetta ad attacchi violenti non solo, com'è ovvio, da parte del fronte degli Stati anti-democratici, ma anche da consistenti porzioni di opinione pubblica dei paesi democratici.
Per diversi decenni, come accennato - fermiamoci un attimo su questo dato - poche sono state le voci che si levavano contro la democrazia: non è un caso che ciò sia durato per tutto il tempo in cui più vivido era il ricordo di quel gravissimo trauma che era stata la Seconda Guerra Mondiale. Infatti tale guerra venne, al di là di ogni dubbio, scatenata proprio da regimi anti-democratici, il Terzo Reich, il Giappone e l'Italia fascista, e proprio per il fatto di essere anti-democratici e perciò animati da una mentalità aggressivo-espansionistica che li voleva dominatori di altri popoli, se non di tutto il mondo.
Ora, tale ricordo si è progressivamente affievolito, per cui ci si è sempre più dimenticati di quale grande debito sia dovuto a quella democrazia che ha garantito la più lunga pace che l'Europa abbia conosciuto nella sua storia. Tant'è che, osserviamolo en passant, se nel febbraio 2022 è tornata la guerra in Europa, è precisamente a causa di il regime oligarchico neosovietico, con l'inevitabile volontà di aggressività espansionisticauno Stato che democratico non è.
Comunque il ricordo del debito verso la democrazia si è affievolito con l'allontanarsi cronologico dagli anni della Seconda Guerra Mondiale, ma anche, va pur detto, per tutta una serie di errori (reali o presunti) da e in paesi democratici. Su cui torneremo poi.
la trave e la pagliuzza
il complottismo
Un veleno insidioso che mette fette di salame sugli occhi a non pochi è quello del complottismo, proprio di persone che non hanno reali rapporti di comunicazione umana e/o vivono un risentimento di fondo nei confronti della vita, che non ha loro concesso il potere e il successo che pretendevano come loro diritto.
Ma quali sono le accuse che vengono rivolte alla democrazia? Sono in fonde le stesso che le rivolgevano i totalitarismi di destra e di sinistra tra le due Guerre Mondiali: di essere solo una ipocrita maschera. Hitler, Mussolini, Marx, Lenin, Stalin su una cosa erano d'accordo, nell'odiare la democrazia e nell'accusarla di essere falsa, di far solo finta di dare il potere al popolo. Mentre in realtà il potere sarebbe nelle mani di oligarchie. Così come, in politica estera, i paesi democratici sarebbe stati falsi nel pretendere di agire per il bene dell'umanità: in realtà facevano solo il loro, particolare e particolaristico, egoistico, interesse.
Questa accusa contiene una parte di verità, che però non intacca la preferibilità della democrazia alla dittatura. La parte di verità è quanto già detto: la democrazia è imperfetta, perché imperfetti sono gli esseri umani, resi egoisti dal peccato originale.. Ma, anzitutto, il fatto di riconoscere almeno in teoria che tutti hanno il diritto di esprimersi e di contare, vincola chi lo afferma a un comportamento comunque migliore di chi nega addirittura che ciò sia un bene. Se riconosco che A è un bene lo dovrà fare, almeno un po', sia pure non al 100%. Ma se nego che A sia un bene, poi non lo faccio né tanto né poco. E questo è un male peggiore.
I mezzi di comunicazione sono in mano a pochi? Ma oggi questo, con internet e la possibilità che tutti “scrivano” sulla rete (il web 2.0), è molto meno vero che in passato, e nessuno può contestare che in democrazia le interpretazioni e le valutazioni che vengono date sui mezzi di informazione siano di tipo molto diverso tra loro, e lasciano gli individui liberi di scegliere ciò che più li convince. Né si potrà contestare che chiunque possa presentarsi alle elezioni e tentare di convincere i cittadini a votarlo. Poi, si sa, c'è chi conta più di altri: ma lo puoi sempre criticare. Come non si può fare in una dittatura.
Quindi la propaganda anti-democratica strepita contro la pagliuzza dei difetti della democrazia (una democraticità non totale), e non vuol vedere la trave che è nel proprio occhio (la totale assenza di democraticità).
perché la democrazia è preferibile
È ragionevole sostenere, come molti fanno, che la democrazia sia il miglior sistema politico che l’umanità abbia realizzato.
1. Anzitutto per la libertà: la democrazia risponde a una esigenza strutturale dell’essere umano, quella di non essere costretto a pensare, o a parlare, o ad agire come schiavo di qualcun altro, ma di poter pensare, parlare e agire in modo libero. E questo è possibile solo nelle democrazie. Nei regimi non-democratici tutti devono piegare la testa al despota di turno, e dire e fare solo ciò che piace, o almeno non dispiace, al potere.

2. In secondo luogo, in generale, per il maggior benessere: decisioni, su cui si possa discutere, e che siano prese da molte persone, hanno maggiore probabilità di essere più corrette rispetto a decisioni prese da una sola o da poche persone, dato che queste ultime, se sbagliano, non hanno chi le possa (discorsivamente) correggere; mentre in democrazia la maggioranza può anche sbagliare, ma è “costretta” ad ascoltare la voce di chi la pensa diversamente e in tal modo può (più facilmente) correggersi.
3. Inoltre, «il sistema democratico presenta almeno il vantaggio di imporre (per definizione) il punto di vista della maggioranza, il che negli altri sistemi può certamente accadere, ma anche no. Ora, questo non è di per sé sufficiente a garantire il bene comune, perché la maggioranza può fare scelte sbagliate e perché il punto di vista delle minoranze potrebbe venire sacrificato eccessivamente. Tuttavia gli altri regimi danno ancor meno garanzie di evitare tali inconvenienti, mentre d’altro canto il fatto che la maggioranza delle persone non sia costretta a vivere in modo difforme dalle proprie convinzioni, indipendentemente dalla loro intrinseca giustezza, è di per se stesso un fattore importante, ancorché non esaustivo, del bene comune» (Paolo Musso).
4. Infine, la democrazia garantisce la pace molto più della dittatura: è infatti un dato ampiamente assodato che le non-democrazie hanno, oltre al resto, il gravissimo, inestirpabile difetto della bellicosità. Lo vediamo meglio sotto.
- La democrazia è garanzia di pace anzitutto al proprio interno, perché le varie anime che la abitano sanno di poter esprimersi e contare senza bisogno di una rivoluzione violenta. È un fatto storico incontestabile che le rivoluzioni popolari accadono solo per rovesciare regimi non-democratici .
- E lo è anche nei confronti degli altri Stati, perché essendo l'informazione libera, tutti possono più facilmente smascherare falsi pretesti per intraprendere guerre, ed eventualmente contestarli duramente senza incorrere in repressioni violente . Inoltre, dato che in democrazia i governanti devono cercare il consenso della gente, e dato che in genere, se ben informata (come appunto può essere in democrazia), la maggioranza della gente non vuole la guerra, è molto difficile che si intrapresa una guerra che non abbia ragioni più che solide. Che in genere sono ragioni di autodifesa, del proprio stato o di altri stati liberi e democratici, aggrediti da dittature, come fu l'ingresso in guerra di Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti nella Seconda Guerra mondiale.
la bellicosità, vizio strutturale delle dittature

1. È anzitutto un fatto storico la propensione all'aggressività guerrafondaia nei regimi non-democratici: si pensi alle due Guerre Mondiali, scatenate la prima da regimi se non dittatoriali, certamente autoritari e comunque molto meno democratici degli attuali paesi dell’Europa occidentale, e la seconda da regimi palesemente antidemocratici, come la Germania nazista, l’Italia fascista, e l’Unione Sovietica (si pensi al peso che ha avuto al riguardo il patto Molotov-Ribbentrop). Non sarà un caso che nell'Italia fasciata si parlava di Ministero della Guerra (mentre nell'Italia repubblicana si ha un Ministero della Difesa).
2. Ma di questo fatto c'è una ben precisa logica: anzitutto c'è il dato che una dittatura è intrinsecamente violenta, perché consiste nel fatto che una persona o un ristretto gruppo di persone si arrogano il diritto di dominare tutti gli altri. Arroganza e prepotenza sono essenziali alle dittature. Come lo è la menzogna: perché per evitare che si diffonda un malcontento da cui potrebbe essere violentemente rovesciato, un dittatore ha bisogno di manipolare i mezzi di informazione, così da evitare che circolino notizie vere a lui sfavorevoli, e per diffondere invece notizie, per quanto false, che alimentino consenso nei suoi confronti.
3. Inoltre, presupposto filosofico delle dittature, almeno dalla Rivoluzione francese in poi, è la negazione che la ragione umana possa conoscere la verità, quindi una profonda sfiducia nella ragione. Dire ragione è dire dialogo. Quindi democrazia. La dittatura, per sostenersi, ha bisogno che la gente non ragioni. Non almeno in modo critico, sulle grandi questioni del senso e dei valori (perché un uso strumentale della scienza, che pur è sua nemica, la dittatura se lo permette). La dittatura quindi non può che odiare la razionalità, che è sinonimo di senso critico: di quest'ultimo la dittatura non può che aver paura, perché tende a smontare l'inevitabile mole di demagogia e di menzogne di cui un tale regime ha bisogno per sostenersi.
Ora dove manca stima per la ragione, e la sua capacità di cogliere una verità che tutti possono riconoscere (universale), quindi stima per il dialogo, non resta che lo scontro. Cioè la guerra. La guerra dei proletari contro la borghesia (Marx e il comunismo). O la guerra delle nazioni proletarie contro le plutocrazie (i totalitarismi di estrema destra). O altre simili assurdità.
Segue una pagina su cristiani e democrazia: perché anche un cristiano dovrebbe volerla.
🔗 Pagine correlate
- Si può vedere la pagina su Carl Schmitt, nemico della democrazia.
- o la pagina su Jacques Maritain, un amico della democrazia.
- Sugli effetti storici delle dittature si può vedere la pagina sulla Seconda Guerra Mondiale
- Il mondo dopo il 1989, ossia verso la Terza Guerra Mondiale, la guerra delle anti-democrazie contro le democrazie.
📚 Bibliografia essenziale
- Una analisi ancora insostituibile dei fondamenti della democrazia è Umanesimo integrale, di Jacques Maritain.
- Preziosi, e molto approfonditi dal punto di vista del diritto costituzionale sono gli studi di Ernst-Wolfgang Böckenförde, ad esempio Stato costituzione democrazia.
- Un testo molto bello e utile per capire i danni delle dittature è il monumentale romanzo Vita e destino di Vasilij Grossman.
Un elenco più ampio:
- AA.VV.,
Multiculturalismo. Ideologie e sfide, Bologna 2006(
).
- AA.VV.,
Religione e politica nella società post-secolare, Roma 2009(
).
- AA.VV.,
Ritorno della religione? Tra ragione, fede e società - Annuario di filosofia 2009, Milano 2009(
).
- AA.VV.,
Laicità e relativismo nella società post-secolare, Bologna 2009(
).
- AA.VV.,
Democrazia e verità, Brescia 2019(
).
- Ferdinando Adornato,
L’Europa cristiano-liberale, Bologna 2009(
).
- Augusto Barbera,
Le nuove dimensioni delle libertà e il «metodo laico», Bologna 2009(
).
- Pietro Barcellona,
Critica della ragion laica. Colloqui con Michele Afferrante e Maurizio Ciampa, Troina 2006(
).
- Francesco Bertoldi,
Böckenförde o il valore cristiano della democrazia, 2023(
).
- Ernst-Wolfgang Böckenförde,
Die Entstehung des Staates als Vorgang der Säkularisation, Stuttgard 1967, tr.it. La formazione dello Stato come processo di secolarizzazione, Morcelliana, Brescia 2015 (
).
- Ernst-Wolfgang Böckenförde,
Staat, Verfassung, Demokratie. Studien zur Verfassungstheorie und zum Verfassungsrecht, Frankfurt am M. 1991, tr.it. Stato, costituzione, democrazia., Giuffrè, Milano 2006 (
).
- Ernst-Wolfgang Böckenförde,
Cristianesimo, libertà, democrazia, Brescia 2007(
).
- Ernst-Wolfgang Böckenförde,
Lo Stato secolarizzato, la sua giustificazione e i suoi problemi nel XXI secolo, Bologna 2008(
).
- Ernst-Wolfgang Böckenförde,
Diritto e secolarizzazione, Bari 2010(
).
- Francesco Botturi,
Universale, plurale, comune.
Percorsi di filosofia sociale, Milano 2018(
).
- Fortunato Maria Cacciatore,
Fondamenti pre-politici della democrazia?, Milano 2015(
).
- Marta Cartabia,
Nelle forme e nei limiti della costituzione, Brescia 2019(
).
- Patrizia Catellani,
Un’agenda psicologica per una società multiculturale - I. Ridurre l’incertezza per aprirsi alla diversità, Bologna 2006(
).
- Ceccanti Stefano e Mancini Susanna,
Come reagiscono gli ordinamenti giuridici alle culture altre?, Bologna 2006(
).
- Emanuela Ceva,
Pluralità etico-religiosa e giustizia politica, Roma 2009(
).
- Silvio Ferrari,
Diritto e religione nello Stato laico: Islam e laicità, Bologna 2008(
).
- Emanuela Fornari,
Senso e traduzione. Religioni, culture, logica identitarie, Roma 2009(
).
- Benedetta Giovanola,
Problemi di giustizia, Milano 2011(
).
- Giuseppe Goisis,
Multiculturalismo e interculturalità: tra conflitto e riconoscimento, Milano 2011(
).
- Vasilij Grossman,
Vita e destino, Milano 1984(
).
- Jürgen Habermas,
Legitimationsprobleme im Spätkapitalismus, Frankfurt am M. 1971, tr.it. La crisi della razionalità nel capitalismo maturo, Laterza, Bari 1975 (
).
- Jürgen Habermas,
Philosophy in a Time of Terror, Chicago 2003, tr.it. Filosofia del terrore. Dialoghi con Jürgen Habermas e Jacques Derrida, Laterza, Bari-Roma 2003 (
).
- Jürgen Habermas,
Zwischen Naturalismus und Religion. Philosophische Aufsätze, Frankfurt am M. 2005, tr.it. Tra scienza e fede, Laterza, Bari 2006 (
).
- Jürgen Habermas,
Dialektik der Säkularisierung. Über Vernunft und Religion, Freiburg im Br. 2005, tr.it. Ragione e fede in dialogo, Marsilio, Venezia 2005 (
).
- Jürgen Habermas,
Vorpolitische moralische Grundlagen eines freiheitlichen Staates, Freiburg im Br. 2005, tr.it. Etica, religione e Stato liberale, Morcelliana, Brescia 2005 (
).
- Jürgen Habermas,
La rinascita della religione: una sfida per l’autocomprensione laica della modernità?, Roma 2009(
).
- Jürgen Habermas,
Zur Verfassung Europas, Frankfurt am M. 2011, tr.it. Questa Europa è in crisi, Laterza, Bari 20012 (
).
- Jürgen Habermas,
Le religioni e la politica. Espressioni di fede e decisioni pubbliche, Bologna 2013(
).
- Jürgen Habermas,
Eppure non sono un pessimista, Roma 2013(
).
- Jürgen Habermas,
Im Sog der Technokratie. Kleine Politische Schriften XII, Berlin 2013, tr.it. Nella spirale tecnocratica. Un'arringa per la solidarietà europea, Laterza, Bari 2014 (
).
- Jürgen Habermas,
Verbalizzare il sacro. Sul lascito religioso della filosofia, Bari 2015(
).
- Habermas J. - Taylor Ch.,
Multiculturalismo, Milano 1998(
).
- Habermas [su],
Habermas and Religion, Cambridge [UK] - Malden [MA] 2013(
).
- Hans Kelsen,
Reine Rechtslehre, Leipzig-Wien 1934,19602, tr.it. Dottrina pura del diritto, Einaudi, Torino 1952 (
).
- Hans Kelsen,
General Theory of Law and State, Cambridge [MA] 1945(
).
- Hans Kelsen,
Die Staatslehre des Dante Alighieri, Leipzig-Wien 1905, tr.it. Lo Stato in Dante. Una teologia politica per l’Impero, Mimesis, Milano 2021 (
).
- Jean Francois Kervégan,
Que faire de Carl Schmitt?, Paris 2011, tr.it. Che fare di Carl Schmitt?, Laterza, Bari-Roma 2016 (
).
- Maria Laura Lanzillo,
Noi o gli altri? Multiculturalismo, democrazia, riconoscimento, Bologna 2006(
).
- Michele Mangini,
Il liberalismo forte. Per un'etica pubblica perfezionista, Milano 2004(
).
- Jacques Maritain,
Du régime temporel et de la liberté, Paris 1933, tr.it. Strutture politiche e libertà, , (
).
- Jacques Maritain,
Humanisme intégral, Paris 1936, 19462, tr.it. Umanesimo integrale, Borla, Roma 1946 (
).
- Jacques Maritain,
Les droits de l'homme et la loi naturelle, New York 1942, tr.it. I diritti dell'uomo e la legge naturale, , (
).
- Jacques Maritain,
Man and the State, Chicago 1951, tr.it. L'uomo e lo stato, Vita e Pensiero, Milano 1975 (
).
- Paolo Musso,
Epistemologia moderna e bene comune: dal relativismo culturale alla democrazia sussidiaria, 2015(
).
- Paolo Musso,
La vita extraterrestre. Stato della ricerca, prospettive future e implicazioni culturali, Roma 2021(
).
- Michele Nicoletti,
Trascendenza e potere. La teologia politica di Carl Schmitt, Brescia 1990(
).
- Michele Nicoletti,
Religione e sfera pubblica, Bologna 2008(
).
- Michele Nicoletti,
“Per amore della libertà”. Sulla dialettica tra religione e politica, Roma 2009(
).
- Michele Nicoletti,
Multiculturalità, interculturalità e biopolitica, Milano 2011(
).
- Marcello Ostinelli,
L’educazione civica democratica di fronte alla sfida del multiculturalismo, Bologna 2006(
).
- Vittorio Possenti,
Riformare il paradigma “liberale” su religione e politica. Per una ripresa post-secolare del tema teologico-politico, Roma 2009(
).
- Vittorio Possenti,
Popolo stato democrazia nel personalismo: quale sovranità?, Brescia 2019(
).
- Geminello Preterossi,
Sorpresa, la laicità sa produrre senso, 2007(
).
- John Rawls,
Political Liberalism, New York 19931, 20052(
).
- John Rawls,
The Idea of Public Reason Revisited, Cambridge [MA] 1997(
).
- John Rawls,
Justice as Fairness: A Restatement, Cambridge [MA] 2001(
).
- Gian Enrico Rusconi,
Come se Dio non ci fosse. I laici, i cattolici e la democrazia, Torino 2000(
).
- Gian Enrico Rusconi,
Confronto a tre (tedeschi) sul post-secolare, 2007(
).
- Gian Enrico Rusconi,
Non abusare di Dio, Milano 2007(
).
- Gian Enrico Rusconi,
Che cosa resta dell'Occidente, Roma-Bari 2012(
).
- Rusconi G.E.-Scola A,
Prove di dialogo tra fede e ragione, 2006(
).
- Giuseppe Savagnone,
Laicità, relatività e relativismo, Bologna 2009(
).
- Thomas M. Schmidt,
Fede religiosa e argomenti secolari, Bologna 2008(
).
- Carl Schmitt,
Der Begriff des Politischen, München 1932, tr.it. Il concetto di politico in Le categorie del «politico», pp.87-208, Il Mulino, Bologna 1972 (
).
- Amartya Sen,
Identity and Violence. The Illusion of Destiny, London - New York 2006, tr.it. Identità e violenza, Laterza, Bari-Roma 2006 (
).
- Francesco Totaro,
Multiculturalismo, interculturalità ed etica pubblica, Milano 2011(
).
- Angelica Trenta,
La post-secolarizzazione tra filosofia politica e filosofia della religione. Nota critica a Vittorio Possenti (curatore), Ritorno della religione?, Roma 2011(
).
- Angelica Trenta,
Religione e politica: Jürgen Habermas e i suoi critici , Roma 2013(
).
- Carmelo Vigna,
Etica della laicità e laicità dell’etica, Bologna 2009(
).
- Carmelo Vigna,
Dal multiculturalismo all’interculturalità. La regola d’oro, Milano 2011(
).
- Michael Walzer,
Argomenti per una separazione tollerante, 2005(
).
- Gustavo Zagrebelsky,
Contro l’etica della verità, Roma-Bari 2008(
).
- Gustavo Zagrebelsky,
Stato e Chiesa. Cittadini e cattolici, Roma 2009(
).
🎼 Multimedia
Della possibilità che in democrazia si possano contestare le guerre sono testimonianze le tantissime canzoni pacifiste. Esemplare è il caso di Joan Baez, ad esempio con Blowing in the wind (1962):
La cantante, analogamente a un altro famoso cantante (pacifista) americano Bob Dylan, contestava la guerra fatta dal suo paese, gli Stati Uniti, in Vietnam.
🛒 ricerche / acquisti
cerca libri su Amazon sul tema: democrazia dittatura totalitarismi filosofia islam civiltà storia classici esami esame di stato tesina tesi ricerca cultura libri on-line libri su La democrazia .