il nazismo
una disumana barbarie nel cuore dell'Europa
introduzione
Il nazismo rappresenta uno dei fenomeni più disumani che mai siano apparsi sulla scena della storia, e questo risulta tanto più incomprensibile in quanto esso coinvolse un Paese, la Germania, che aveva dato al mondo personalità di altissimo valore culturale (scientifico, filosofico, artistico, musicale) e che godeva di un livello di sviluppo e di scolarizzazione non certo scadente, per l'epoca.
In questa pagina si traccia una sintesi sia dei più salienti dati contenutistici che lo hanno caratterizzato, sia dei principali problemi interpretativi che esso pone.
La salita al potere
Mentre fino al 1929 i nazisti erano poca cosa (il 3% alle elezioni del 1924, e il 2,5% nel 1928), la grande crisi del '29 fece precipitare la fragile Repubblica di Weimar; la crisi economica vede un tracollo della produzione industriale (dal 1928 al 1932 calò del 50%), da cui derivò un forte aumento della disoccupazione (nel '32 si era giunti a 6 milioni di disoccupati).
- Si verifica una radicalizzazione della lotta politica: nel contesto di crisi economica a cui il governo "di Weimar" non sa far fronte adeguatamente, aumentano le estreme sia a destra sia a sinistra (i comunisti). Si verificano, in tale contesto, episodi di violenza politica, con scontri sanguinosi tra comunisti e nazisti.
- Nelle elezioni del '30 i nazisti passano dal 2,5% al 18,3% e da 10 a 107 seggi. I partiti del centro moderato (ad esempio von Papen) sperarono di "normalizzare" il nazismo, chiamandolo al governo.
- Nelle elezioni presidenziali del '32 Hitler (che prese il 37% dei voti) viene sconfitto da Hindenburg, peraltro conservatore, ma una volta eletto questi si schiera con la destra conservatrice, e chiama come cancellieri prima von Papen e poi von Schleicher. Entrambi falliscono. Vengono convocate nuove elezioni (luglio e novembre del '32) con ulteriore rafforzamento dei nazisti: 37% in luglio, 33% in novembre.
- Nel gennaio del 1933 Hitler diventa cancelliere di un governo di coalizione (i nazisti avevano 3 ministeri su 11).
- Febbraio '33: incendio del Reichstag. Attribuito ai comunisti, fornì il pretesto per misure liberticide.
- Marzo '33: nuove elezioni. I nazisti arrivano al 44%. Il nuovo parlamento vota una legge con cui delega al governo presieduto da Hitler pieni poteri, anche in campo istituzionale.
- Nei mesi successivi vengono sciolti i partiti di opposizione: Spd e Centro cattolico; il partito nazionalsocialistica è l'unico legittimo. In novembre un plebiscito sancisce queste trasformazioni.
- Poi Hitler procede a eliminare i nemici "interni" al movimento nazista: le SA. Al loro posto, decimate nella Notte dei lunghi coltelli, subentrano le SS
- Nel '34 Hitler, morto l'anziano Hindenburg, diviene anche Capo dello Stato e proclama il 3° Reich (il primo era stato l'Impero Romano-Germanico medioevale, il secondo l'Impero germanico creato da Bismarck): il suo potere in Germania è assoluto.
il regime nazista
La struttura del regime
Il consenso gli fu garantito dall'efficace apparato repressivo (polizia segreta [Gestapo], SS, lager), dai successi di politica economica ed estera, dalla capacità di creare miti (della terra e del sangue) che facevano breccia nel cuore di gente massificata ed anonima, in cerca di identità e di idee "forti" (abilità di Goebbels).
La politica estera
Si caratterizzò per un aggressivo espansionismo, alla ricerca dello "spazio vitale" (Lebensraum).
Francia e Inghilterra (con Chamberlain), davanti a tale politica, si mostrarono deboli col Führer: si ritiene comunemente che tali stati sperassero che Hitler si sarebbe "accontentato" della espansione che di volta in volta attuava. Ma ogni volta le sue pretese si spostavano oltre. Riassumiamo la sequenza dei principali interventi espansionistici della Germania nazista:
- nel marzo del 1935 la Sahr vota la riannessione alla Germania;
- nel marzo del 1936 viene operata la rimilitarizzazione della Renania: denunciato il patto di Locarno, Hitler fa occupare dalla Wehrmacht la Renania;
- Anschluss dell'Austria (marzo 1938):
fallito il primo tentativo (1934) per l'opposizione di Mussolini, nel marzo 1938 avviene l'Anschluss: l'Austria viene occupata dalle truppe tedesche.
Il 10 marzo il cancelliere austriaco deve dimettersi, per le pressioni tedesche e dei nazisti austriaci: al suo posto prende il potere Seyss-Inquart che chiede subito a Hitler di salvare l'Austria dal caos. Il 12 marzo le truppe tedesche invadono l'Austria. Il 10 aprile un plebiscito riduce il paese da Österreich a Östmark. - i Sudeti (settembre 1938)
Quattro milioni di tedeschi vivevano in Cecoslovacchia, specialmente nei Sudeti. Il che spinse Hitler a sollevare tale questione, dopo l'anchluss: Francia e Inghilterra premettero sulla Cecoslovacchia perché accontentasse la Germania. Quando la guerra sembrava inevitabile, per l'aumentare continuo delle richieste tedesche, a settembre Mussolini riuscì, alla conferenza di Monaco (29/30 settembre '38) a sbrogliare la matassa:
la conferenza di Monaco accontentava Hitler concedendogli i Sudeti, mentre alla Polonia e all'Ungheria andavano altri territori;
la Boemia-Moravia era smembrata dalla Slovacchia, diventando così militarmente indifendibile (i cecoslovacchi non vennero nemmeno consultati)
Conseguenze: i sovietici da lì presero le distanze dalle democrazie occidentali. Churchill commentò: «Potevano scegliere tra il disonore e la guerra. Hanno scelto il disonore e avranno la guerra.»
- occupazione di Boemia e Moravia (marzo '39)
-
la Slovacchia, protetta dai tedeschi, si proclamava indipendente, mentre su Boemia e Moravia Hitler stendeva il suo protettorato, appartenente al Terzo Reich.
l'intervento nella guerra civile spagnola ('36/'39)
Il fronte popolare vincitore nelle elezioni del '36, viene contestato dai militari, che si ribellano, al comando di Francisco Franco, con cui stava la Spagna conservatrice e cattolica.
Hitler e Mussolini diedero il loro appoggio alle truppe franchiste, contribuendo, in misura peraltro non determinante alla vittoria del Generalissimo. Al quale peraltro va riconosciuto il merito di non essere rimasto sotto la tutela di Hitler: non solo non intervenne a fianco dell'Asse nella Seconda Guerra Mondiale, ma nell'ultima fase di tale conflitto, pose le basi aeree spagnole al servizio degli anglo-americani.
nazismo ed economia
L'economia tedesca migliorò rapidamente e nettamente: i disoccupati da 6.000.000 si ridussero a 500.000 nel '36 e scomparvero nel '39. In tali successi va vista una parte importante dei motivi che assicurarono al regime un consenso esteso nella popolazione tedesca.
l'antisemitismo
Numericamente gli ebrei erano pochi ca. 500.000 su 60.000.000
confronto della popolazione ebrea in rapporto al totale
tedeschi
ebrei (0,9%)
Tuttavia, a differenza che nell'Est erano concentrati per lo più nelle grandi città, come Berlino, e occupavano posti importanti in particolare nella finanza e nel commercio; anche in rapporto a tale loro potere contro di loro da secoli erano diffusi sentimenti di avversione.
le persecuzione razziale
1) con le Leggi di Norimberga (sett. '35) gli ebrei venivano discriminati: divieto di matrimoni misti (tra tedeschi ed ebrei) e divieto agli ebrei di accedere a cariche pubbliche (retrocedendo da un diritto conquistato nel 1848). Circa 200.000 ebrei abbandonarono la Germania tra il '33 e il '39.
2) la notte dei cristalli (8/9 nov. 1938): col pretesto di vendicare l'uccisione a Parigi di un diplomatico tedesco da parte di un ebreo, sinagoghe vennero distrutte, abitazioni devastate, decine di ebrei uccisi e migliaia arrestati.
Il culmine della persecuzione avvenne, com'è noto, con lo sterminio di sei milioni di Ebrei nei lager.
altro orrore
Erano previste anche misure disumane e criminali per chiunque non rispondesse ai criteri di paranoica perfezione biologica stabilita dall'ideologia nazista: ad esempio la sterilizzazione per i portatori di malattie ereditarie, e soppressione dei malati di mente inguaribili.
il personaggio Adolf Hitler
Dire nazismo è soprattutto dire Adolf Hitler, una personalità che riuscì a trascinare dietro di sé, in azioni di gravissima e disumana criminalità, una nazione colta e progredita come la Germania. Conviene perciò vedere qualcosa di tale sua personalità.
una presentazione faziosa
Dai diari di Goebbels, suo abile ministro della propaganda ed amico personale, emerge, tutt'altro che disinteressatamente, una figura tutto sommato umana:
- che sa parlare confidenzialmente della sua infanzia con gli amici al caminetto;
- che si complimenta con Goebbels quando gli nasce uno figlio;
- al contempo molto deciso e magnetico;
- radicalmente avverso al Cristianesimo (corruttore della sana civiltà classica, luminosa e felice, mentre il Cristianesimo avrebbe portato un'aura cupa e triste),
- e ben contento di andarsene a vita privata quando avesse raggiunto il fine di garantire alla Germania il suo Lebensraum, il suo spazio vitale.
prospettive più realistiche
Senza alcuna pretesa di completezza si possono ricordare alcuni tratti salienti della reale personalità di Hitler:
- una insicurezza psicologica piuttosto accentuata, in un quadro complessivo al limite della patologia;
- paradossalmente, a tale timidezza faceva da contrappeso, per reazione, una forza magnetica dominatrice, da leader;
- nelle sue scelte si rivelò assolutamente ateo, e, verosimilmente, superstiziosamente succube di pratiche magico-divinatorie: vi fu in lui una componente indubbiamente satanica, particolarmente evidente nella spregiudicatezza con cui ordinò l'Olocausto ebraico e altre disumane crudeltà che colpirono milioni di uomini;
- tale satanismo, come sempre accade, lo fece oscillare da momenti di inarrivabilmente lucida abilità, che gli assicurò inizialmente brillanti successi (la sua ascesa al potere, il folgorante inizio della guerra, allorché la Germania sembrava inarrestabile) a momenti di stolta demenza, anche da un puro punto di vista “tecnico”, come la scelta di ordinare la resistenza a oltranza a Stalingrado; abilissimo e stoltissimo: mai padrone di sé (a documentazione delle parole di Cristo: «chi vorrà salvare la propria vita la perderà»).
problemi interpretativi
Nazismo e fascismo
In generale è un fatto che il nazismo fu più estremista e disumano del fascismo italiano. I tratti infatti furono:
- una ideologia più radicale: il razzismo biologistico, con il suo conseguente antisemitismo radicale;
- l'aver creato un totalitarismo compiuto, che consentì il “lavaggio del cervello” a milioni di persone, soprattutto (ma non solo) giovani, arrivando a portare una nazione progredita e colta come la Germania alle follie di una guerra di aggressione all'intera Europa e al progetto di eliminazione totale di un popolo, gli Ebrei, e di chiunque (zingari, persone con qualsiasi tipo di, reale o presunta, minorazione, fisica o psichica) minacciasse, nella sua delirante ideologia, la purezza del sangue tedesco.
Per spiegare tale fatto si può parlare anzitutto di un «buon senso italiano», che a sua volta è debitore alla Chiesa cattolica, la cui maggior forza inoltre in Italia frenò i possibili sbandamenti più estremisti del Duce. Anche la forma monarchica pose un freno, costituendo una autorità almeno formalmente superiore a quella del «Duce», e divenendo nel 1943 fattore reale di rovesciamento del regime fascista.
In Italia mancava un sostrato culturale nazionalista e antisemita, quale invece era presente nel mondo tedesco, serpeggiante già in filosofie ottocentesche (Fichte, Hegel) ed espresso in modo forte in Nietzsche.
Vi era poi una maggiore motivazione alla rivincita nella Germania sconfitta e umiliata che nell’Italia vittoriosa, perciò in Germania poteva più facilmente attecchire una ideologia che faceva leva sul sentimento di frustrazione e di rancore per il trattamento, percepito come ingiustamente umiliante, inflitto dalle nazioni vincitrici della Prima Guerra Mondiale.
Si può anche considerare il fattore della personalità di Hitler, con la sua insicurezza e il suo sentirsi marginale (in quanto austriaco e non tedesco; un po' come Stalin, georgiano, e Napoleone, corso) mentre la personalità di Mussolini era psicologicamente più sana e più sicura di sé (si può leggere anche in questa prospettiva la sua protezione a Freud, che come ebreo avrebbe dovuto essere perseguitato dai nazisti occupanti l'Austria, mentre appunto grazie all'intervento del Duce in suo favore venne trattato con riguardo).
Nazismo e Chiesa
«Il Führer è profondamente religioso ma totalmente anticristiano. Considera il cristianesimo un sintomo di decadenza. E' un prodotto della razza ebraica» (dai Diari di Goebbels)
Appena Hitler prese il potere la Chiesa accettò di stipulare un Concordato, che si presentava vantaggioso come non mai, pur sapendo che Hitler non era amico del Cristianesimo.
Ma quando il regime manifestò appieno il suo volto feroce la Chiesa, nella sua massima autorità, non esitò a condannarlo con durezza: nella Mit brennender sorge (1937) il Papa affermava solennemente che:
«Chi pone in luogo del Dio personale il fato tetro e impersonale, rinnegando la sapienza divina e la propria sopravvivenza (...) non può pretendere di essere annoverato tra i veri credenti.»
l'atteggiamento del Vaticano verso il nazismo
Si possono vedere alcuni documenti:
- La leggenda alla prova degli archivi, di Pierre Blet, S.I. (un documentato e corposo strudio).
- Cristiani e nazisti, di Vittorio Messori (non interamente condivisibile nei toni, più giornalistici, che scientifici, ma testimone comunque di una passione per l'argomento).
- Pio XII, il Papa giusto, di D.G.Dalin (autore ebreo, che riconosce, sulla scia di tanti autorevoli ebrei, come Pio XII fu «Giusto»).
l'atteggiamento del nazismo verso il Vaticano
Anche qui proponiamo alcune piste di approfondimento:
- il progetto di imprigionare il Papa (due articoli di Tommaso Ricci)
- si possono vedere in rete i lavori di una ricercatrice ebrea statunitense, Julie Seltzer Mandel, che sotto gli auspici del Rutgers Journal of Law and Religion, edito dalla Facoltà di Giurisprudenza della Rutgers-The State University of New Jersey di Camden, dirige “The Nuremberg Project”, ha cominciato a diffondere online i contenuti più importanti dei 148 volumi di documenti (finora inediti) raccolti negli anni Trenta e Quaranta dall’Oss statunitense, l’antenato della Cia, e custoditi presso la biblioteca della Cornell University School of Law di Ithaca, nello Stato di New York.
Il primo documento reso pubblico è The Nazi Master Plan: Persecution of the Christian Churches, che dettaglia la lotta hitleriana alle fedi cristiane colpevoli di non avere quattro quarti di nobiltà ariana. Il secondo, redatto dai giurisperiti britannici Claire Hulme e Michael Salter, è The Nazi’s Persecution of Religion as a War Crime. - anche Matt Kaufman, lui pure ebreo, approva la ricerca della Seltzer, definendo i contenuti dell’archivio Oss «una tonnellata di prove sul fatto che Hitler cercò di cancellare il cristianesimo esattamente come cercò di cancellare gli ebrei».
perché il nazismo?
spiegazioni insufficienti
nazismo e Germania
Uno dei problemi interpretativi del nazismo riguarda il suo rapporto con la cultura e la storia tedesca. Le tesi sono essenzialmente due:
- il nazismo estraneo alla cultura tedesca
- in questo senso è stata sviluppata la tesi di un nazismo come figlio della democrazia di massa, col suo potere di autonegarsi, perché priva di ogni vincolo assoluto («il popolo può tutto: anche decidere di non voler più decidere», secondo la celebre argomentazione di Carl Schmitt)
- nel medesimo senso si orienta la tesi che riconduce il nazismo alla psicopatologia di Hitler
- il nazismo figlio della storia tedesca
- per il suo spirito di militaristico intruppamento, già iniziato dai re prussiani e proseguito da Bismarck;
- fenomeno tipicamente tedesco, essendovi nella tradizione della Germania una componente imperialistico-universalista
Il problema della estraneità o appartenenza del nazismo alla storia e alla cultura tedesca ci sembra un problema mal formulato, e fuorviante. Pur contenendo ognuna una parte di verità, le tesi sommariamente abbozzate qui sopra infatti appaiono riduttive:
- sarebbe riduttivo fare del nazismo la pura costruzione della mente malata di Hitler (resterebbe infatti la domanda perché lo abbia seguito un intero popolo, e non tra i più sottosviluppati, nè da un punto di vista economico, nè da un punto di vista culturale, si pensi alla musica e alla filosofia tedesche);
- sarebbe riduttivo vedere nel nazismo la pura reazione della Germania alla sconfitta della Prima Guerra Mondiale
- sarebbe riduttivo leggere nell'antisemitismo nazista solo una volontà di accaparramento delle ricchezze economiche degli Ebrei (perché allora sarebbe stata sufficiente la confisca dei loro beni e la loro eventuale espulsione, ma non si spiegherebbe l'Olocausto)
Se tali spiegazioni, analitiche e razionali, appaiono errate, diciamo così, per difetto, insufficiente, in quanto errata «per eccesso», sarebbe una interpretazione del nazismo che lo vedesse come inspiegabile, del tutto imprevedibile e totalmente irrazionale epifania satanica, manifestazione di un satanismo puro, del male assoluto.
un delirio di onnipotenza antropocentrica
Il nazismo è piuttosto figlio dell'antropocentrismo moderno (da non confondere con l'umanesimo), diffuso su scala europea, e ormai planetaria. Non si può spiegare tale fenomeno, in cui indubbiamente sono presenti da un lato una componente irrazionalmente demoniaca e dall'altro delle ragioni analiticamente indagabili (sia culturali sia economico-politiche), se non si tiene presente la parabola della modernità, di cui il nazismo è uno degli esiti.
Tale parabola ha affermato prima l'indipendenza del soggetto umano dalla Chiesa (con la Riforma), e da Cristo (con l'Illuminismo), e poi ha preteso di negare Dio come Mistero trascendente e creatore, per fare dell'Uomo una realtà divina. L'Umanità, credendosi Dio, si è così creduta autorizzata a pretendere, ora, sulla terra, quello che per la fede religiosa cristiana è da aspettare come dono di Dio, nella vita futura, escatologicamente: un mondo di perfezione totale. Ha preteso questo mondo come totalmente costruito dalla conoscenza e dalla potenza umana (ritenute, appunto, divine).
la pretesa di estirpare totalmente il male
Da tale mondo avrebbe dovuto, come nel Paradiso cristiano, essere totalmente estirpato il male, identificato però non più con il peccato, liberamente commesso dalla persona, ma identificato con aspetti parziali (l'ingiustizia economica, per Marx, la decadenza nazionale, per Mussolini, una progettata e rovinosa contaminazione razziale, per Hitler) e attribuito a «nemici» sociologicamente circoscritti in determinati gruppi umani (la borghesia, per Marx, gli ebrei e le élites demo-pluto-massoniche per Hitler). Per estirpare il male le ideologie nate dall'antropocentrismo moderno, le ideologie che autodivinizzano l'uomo prevedono, coerentemente ai loro presupposti, l'eliminazione di gruppi umani, ritenuti suoi responsabili. Da questo punto di vista il progetto di eliminare il negativo visto come concentrato in alcuni gruppi umani (razziali o sociali) è qualcosa che accumuna comunismo e nazismo.
Tuttavia è ben diverso lottare per l'eguaglianza di tutti gli esseri umani e lottare perché una certa razza domini sulle altre.
In ogni caso questa cornice antropocentrica, che attribuisce all'uomo un potere creatore, è un fattore imprescindibile di fenomeni di violenza, e funge da sfondo ideologico che contribuisce a spiegare come i motivi di risentimento del popolo tedesco siano sfociati in comportamenti così disumani. Anche perché, senza la diffusione di un tale presupposto, che rende l'uomo padrone della vita sua e degli altri, la patologia demoniaca di uomo non avrebbe potuto trascinare nel baratro milioni di persone di una delle più progredite e fiorenti nazioni del mondo.
Il modo migliore per impedire il ripetersi di catastrofi simili, o peggiori, è dunque quello di ritornare a una considerazione realistica di ciò che è l'uomo, la sua fragilità creaturale e il suo bisogno di verità totale.
⚖ Per un giudizio
Il nazismo è visto da molti come la massima espressione, storicamente mai datasi, del male, del “male assoluto”.
Non c'è dubbio che le camere a gas siano state uno dei momenti più tragici della storia umana. Perché se è vero che il comunismo ha, dal punto di vista quantitativo, un netto primato di vittime rispetto al nazismo (tra i 90 e i 220 milioni di persone ammazzate contro i 6 milioni di ebrei ammazzati nei lager nazisti, a cui vanno aggiunte anche altre vittime, dirette o indirette, del regime, in numero comunque inferiore), è anche vero che da un punto di vista qualitativo la valutazione deve essere di segno opposto. Il nazismo infatti eliminava persone la cui unica colpa era quella di essere nate in un certo modo (di sangue ebreo, o zingaro, o handicappati), mentre il comunismo uccideva persone che in qualche modo sceglievano di opporsi al regime. E, dal punto di vista della motivazione, è minore il male di eliminare chi Anche se va detto che Stalin era giunto al punto da eliminare fisicamente suoi presunti avversari, anche senza una precisa ragione, mandando a morte persino suoi parenti stretti e collaboratori politici, rivoluzionari della prima ora. Si veda E.Corti, Processo e morte di Stalin, ed ARESliberamente sceglie una certa linea, piuttosto che chi si trova, senza averlo voluto, in una data situazione.
Tuttavia va tenuto presente che, in senso vero e proprio il «male assoluto» non può, per definizione, coincidere con una persona umana, o un gruppo di persone o una realtà storica: i quali sono più o meno influenzati dal «male assoluto», ne partecipano, più o meno, senza mai però esserlo. Come diceva S.Agostino nel De civitate Dei il male (umano) affonda le sue radici nell'abisso di iniquità (il mysterium iniquitatis) che ha la sua totale e definitiva cristallizzazione negli angeli ribelli.
Questo non vuole affatto negare o sminuuire le gravissime colpe del nazismo, ma renderci consapevoli che, come dice una canzone di Chieffo, la Nuova Auschwitz: «è possibile essere come loro», perché «non è difficile essere come loro». Anche noi infatti, anch'io, anche tu che leggi, possiamo essere degli aguzzini crudeli. Il male non è solo in alcuni, ma in tutti. ...«e noi tutti lo possiamo fare».
🤔 Quick test
Il nazismo andrò al potere
l'antisemitismo nazista
verso il nazismo
📖 Testi on-line
sul nazismo
- una intervista a Ernst Nolte (di taglio divulgativo);
- Il problema della responsabilità del popolo tedesco in un libro di D. J. Goldhagen;
- come si arrivò al genocidio: recensione a un volume di Ch. Browning.
testi d'epoca
📚 Bibliografia essenziale
- AA.VV., Il processo di Norimberga, Milano 1972().
- AA.VV., Novecento. L'Europa delle ideologie e delle guerre totali, Castelbolognese 1994().
- David Alvarez, Spie in Vaticano, 2004().
- Hannah Arendt, The origins of totalitarianism, New York 1951, tr.it. Le origini del totalitarismo, Edizioni di Comunità, Torino 1999 ().
- Hannah Arendt, Eichmann in Jerusalem: a report on the banality of evil, New York 1963, tr.it. La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, Feltrinelli, Milano 2016 ().
- Günter Beaugrand, Kardinal von Galen, München 2005, tr.it. Il vescovo che disse “no” a Hitler, Paoline, Cinisello Balsamo 2021 ().
- Dietrich Bonhoeffer, Widerstand und Ergebung. Briefe und Aufzeichnungen aus der Haft, München 19701, 19882, tr.it. Resistenza e resa, Paoline, Cinisello Balsamo 1988 ().
- Joachim Fest, Hitler. Eine biographie, Frankfurt - Berlin - Wien 1973, tr.it. Hitler. Il Führer e il nazismo, Rizzoli, Milano 1991 ().
- Goebbels, I diari (1939/41). a cura di Fred Taylor, Milano 1984().
- Ernst Nolte, Der Faschismus in seiner Epoche. Action francaise – Italienischer Faschismus – Nationalsozialismus, München 1963, tr.it. I tre volti del fascismo, Mondadori, Milano 1971 ().
- Peter Novick, The Holocaust in American Life, 1999().
- William L. Shirer, The Rise and Fall of the Third Reich, New York 1990().
- Wolfgang Sofsky, Die Ordnung des Terrors. Das Konzentrationlager, Frankfurt am Main 1993, tr.it. L'ordine del terrore, Mondadori, Milano 1995 ().
- Enzo Traverso, A ferro e fuoco. La guerra civile europea 1914-1945, 2008().
🎬 Filmografìa
- Un classico sulla tragica realtà dell'Olocausto rimane Schindler's list, di Spielberg.
- Interessante è anche Lettere Da Berlino (2016), che parla della resistenza al nazismo da parte tedesca.
- Notevole è anche, sempre sulla resistenza anti-nazista all'interno del Reich: A Hidden Life (La vita nascosta) (2018).
- Da vedere è anche La caduta (2005), sugli ultimi giorni di Hitler. Molto efficace per la psicologia di Hitler.
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