una immagine di pitagora

Pitagora

l'armonia matematica della realtà

La scuola pitagorica

Giovane schiavo segue il padrone
l'atteggiamento dei discepoli di P:. era di obbedienza incondizionata

la realtà come armonia matematica

l'archè

Come tutti i "presocratici" Pitagora si poneva il problema del principio (ἀρχή): rispetto alla scuola ionica con lui il pensiero si spinse un pò oltre il livello della pura fisicità, elaborando concetti di una certa astrazione, come i numeri; il principio, l'arché, è infatti oltre l'immediato: sono i numeri; come dice Aristotele, i pitagorici ritennero che tutto quanto l'universo fosse armonia e numero (Metafisica, libro A).

perché i numeri come principio

I pitagorici erano cultori delle matematiche, anzi si può dire che inventarono la matematica come scienza astratta-speculativa, e lo fecero non per ricavarne applicazioni pratiche (come invece avevano fatto gli egiziani e altri popoli). È però difficile precisare quali scoperte possano loro attribuirsi (nemmeno il famoso teorema di Pitagora è sicuramente loro invenzione).

Il motivo principale per cui ritennero i numeri come principio-arché di tutto fu il fatto che essi notarono come molti fenomeni osservabili siano traducibili in termini matematici:infatti possiamo constatare che il mondo non è un caos, disordinato, ma una armonia quantitativamente misurabile. Infatti misurabili matematicamente sono i suoni, le note musicali (coltivarono infatti la musica come strumento purificativo), i cicli degli astri, delle stagioni, il periodo della gravidanza e altro.

Dunque essendo il molteplice riconducibile all'unità dei numeri, questi ultimi ne sono il principio.

numeri e principi dei numeri: pari e dispari

Ma i numeri non sono ancora il livello ultimo: oltre i molti numeri, a monte dei molti numeri stanno due principi supremi, che sono in qualche modo il principio dei numeri: il pari e il dispari, fattori primordiali, da cui scaturiscono i numeri, dai quali poi derivano tutte le cose.

Si dovrebbe dire quindi che per i pitagorici il principio delle cose che vediamo sono i numeri, e il principio dei numeri sono il pari e il dispari.

schema sulle qualità rispettivamente associate a pari e dispari
pari dispari
imperfetto perfetto
indeterminato, illimitato, in-finito (a-peiron) determinato, limitato, finito (peras)
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. .

il pari non limita: in questa raffigurazione "lascia passare" la freccia
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. .

Il dispari invece limita, nella raffigurazione grafica "ferma" la freccia.
sinistro destro
mosso fermo
curvo diritto
femminile maschile
tenebra luce
rettangolo quadrato
molteplice uno

i numeri come vere e proprie realtà

la tetraktys
la tetraktys (τετρακτύς), triangolo equilatero, figura sacra ai pitagorici, evidenzia come il numero 10 sia somma dei primi 4 numeri interi

Il numero, che è arché di tutto, deve essere inteso non come astrazione, pura rappresentazione mentale, ma come realtà sussistente, come fondamento costitutivo di tutte le cose; si è parlato, in tal senso di concezione aritmo-geometrica del numero. Sarebbe forzato peraltro parlare, come Aristotele, del numero come principio formale e materiale, attribuendo ai pitagorici concetti a loro ignoti.

Pare che i pitagorici associassero l'1 al punto, il 2 alla linea, il 3 alla superficie e il 4 al solido.
A Filolao viene attribuita la sentenza che dei quattro elementi la terra è principiata dal cubo, il fuoco dalla piramide, l'aria dall'ottaedro, l'acqua dall'icosaedro.

cosmogonia

Sembra che i pitagorici ritenessero che l'originario vuoto-illimitato fosse stato "ispirato", informato dall'uno-limitante, e da ciò avesse origine la distinzione di tutte le cose.

In tutti i casi per i pitagorici il mondo è un cosmo ordinato, non dominato da forze caotiche e irrazionali.

etica

L'etica pitagorica si fondeva con concezioni di impronta religiosa orfica.

musico con arpa: la musica ebbe grande importanza presso i pitagorici
musico con arpa: la musica ebbe grande importanza presso i pitagorici

Per un giudizio

Di positivo va riconosciuto ai pitagorici:

Limiti della sua impostazione tuttavia sono:

📖 Testi on-line

il vegetarianesimo pitagorico

Pare Pitagora abbia detto: «Amici miei, evitate di corrompere il vostro corpo con cibi impuri; ci sono campi di frumento, mele così abbondanti da piegare i rami degli alberi, uva che riempie le vigne, erbe gustose e verdure da cuocere; ci sono il latte e il miele odoroso di timo; la terra offre una grande quantità di ricchezze, di alimenti puri, che non provocano spargimento di sangue nè morte. Solo gli animali soddisfano la loro fame con la carne, e neppure tutti: infatti cavalli, bovini e ovini si nutrono di erba».

Diogene scrive che Pitagora era solito mangiare pane e miele al mattino e verdura fresca la sera, e che pagava i pescatori perché gettassero in mare i pesci appena pescati.


Si possono anche vedere le interviste su Pitagora