una raffigurazione bronzea di Eraclito

Eraclito

la stupita scoperta del divenire

πάντα ῥεῖ (tutto scorre)

la pronuncia del nome

Se ci si rifà alla pronuncia greca è Eràclito [da Heràkleitos], se ci si rifà a quella latina è Eraclìto [da Heraclìtus]. Solitamente si usa ed è consigliabile la pronuncia greca. Però nessuna delle due forme è scorretta.

🪪 Cenni sulla vita

Di Efeso, visse tra il VI e il V secolo. Di carattere aristocratico e sdegnoso, non ebbe maestri e scrisse con stile originale e oscuro, per poter essere capito solo da chi avesse un adeguato livello intellettuale e culturale.

pensiero

guerrieri in lotta
guerrieri in lotta: la realtà è contrasto
  1. Ciò che più di tutto colpisce Eraclito è il divenire: la realtà è strutturalmente, intrinsecamente mutevole; tutto cambia (πάντα ῥεῖ) e sotto ogni aspetto. La realtà è divenire, è il divenire, il mutare.
  2. il divenire è possibile perché esistono i contrari (luce/tenebra, caldo/freddo, etc.), infatti il divenire implica un passaggio da un termine a un altro; tra l'altro si può capire una certa cosa se se ne capisce il contrario: si conosce davvero la salute quando si è sperimentata la malattia, la ricchezza se si conosce la povertà;
  3. esiste dunque un contrasto, una lotta, una guerra: la guerra tra contrari è positiva, genera tutto (Πόλεμος πάντων μεν πατήρ εστί, πάντων δε βασιλεύς);
  4. tuttavia questa guerra non è senza un ordine, senza una armonia: vi è un Logos che regola il contrasto, vi è una misura, un equilibrio razionale.
  5. Dio, il Logos è unità e armonia di opposti; per questo il suo simbolo è il fuoco, che Eraclito sostiene essere principio, arché di tutto, come realtà che più ogni altra cambia continuamente. Il Logos-fuoco permea di sè tutte le cose.
  6. L'anima umana venne da lui ritenuta come partecipe del Logos (per cui, per esempio, associò la dissennatezza con "l'inumidirsi" dell'anima, il suo allontanarsi dal Fuoco). In alcuni frammenti parlò anche di "profondità" dell'anima (più per influsso orfico, che per coerenza col suo sistema), e ritenne che la felicità non consiste nei piaceri del corpo.
  7. in ambito gnoseologico secondo Platone e Aristotele avrebbe privilegiato i sensi, come unica conoscenza valida; ma non tutti i suoi studiosi ritengono esatta questa interpretazione (ad esempio per Mazzantini a fondamento della conoscenza valida in Eraclito sta il Logos, che è principio razionale).

Per un giudizio

😃 è giusto percepire la caducità di tutte le cose: nulla resta identico a sè, per un certo aspetto...

😧 ma Eraclito porta all'estremo questa percezione, affermando che tutto cambia sotto ogni aspetto: misconosce così il fattore di permanenza, che pure nella realtà esiste.

📖 Testi on-line

testi di Eraclito

D - K 1: «Non intendono gli uomini questo Logos che è sempre né prima di udirlo né quando una volta lo hanno udito, e per quanto le cose si producano tutte seguendo questo Logos è come se non ne avessero alcuna esperienza, essi che di parole e di opere fanno pure esperienza, identiche a quelle che io espongo distinguendo secondo la sua natura ogni cosa e mostrando come è: ma agli uomini sfugge quello che fanno da svegli e di quanto fanno dormendo non hanno il ricordo»
(τοῦ δὲ λόγου τοῦδ᾽ ἐόντος ἀεὶ ἀξύνετοι γίνονται ἄνθρωποι καὶ πρόσθεν ἢ ἀκοῦσαι καὶ ἀκούσαντες τὸ πρῶτον· γινομένων γὰρ πάντων κατὰ τὸν λόγον τόνδε ἀπείροισιν ἐοίκασι, πειρώμενοι καὶ ἐπέων καὶ ἔργων τοιούτων, ὁκοίων ἐγὼ διηγεῦμαι κατὰ φύσιν διαιρέων ἕκαστον καὶ φράζων ὅκως ἔχει· τοὺς δὲ ἄλλους ἀνθρώπους λανθάνει ὁκόσα ἐγερθέντες ποιοῦσιν, ὅκωσπερ ὁκόσα εὕδοντες ἐπιλανθάνονται).

D - K 7: «Se le cose si mutassero in fumo a distinguerle basterebbe l'olfatto»
(εἰ πάντα τὰ ὄντα καπνὸς γένοιτο, ῥῖνες ἂν διαγνοῖεν).

D - K 8: «Ciò che contrasta concorre e da elementi che discordano si ha la più bella armonia»
(τὸ ἀντίξουν συμφέρον . . . ἐκ τῶν διαφερόντων καλλίστην ἁρμονίην).

D - K 12 : «I fiumi in cui entrano sono gli stessi, ma sempre altre sono le acque che scorrono verso di loro: e anche le anime sono evaporazioni delle acque»
(ποταμοῖσι τοῖσιν αὐτοῖσιν ἐμβαίνουσιν ἕτερα καὶ ἕτερα ὕδατα ἐπιῤῥεῖ· καὶ ψυχαὶ δὲ ἀπὸ τῶν ὑγρῶν ἀναθυμιῶνται).

D - K 21: «Morte è quanto vediamo da svegli; sogno è quanto vediamo dormendo»
(θάνατός ἐστιν ὁκόσα ἐγερθέντες ὁρέομεν, ὁκόσα δὲ εὕδοντες ὕπνος).

D - K 36 : «Morte delle anime è diventare acqua, morte dell'acqua diventare terra: ed è dalla terra che si fa l'acqua e dall'acqua l'anima»
(ψυχῇσιν θάνατος ὕδωρ γενέσθαι, ὕδατι δὲ θάνατος γῆν γενέσθαι, ἐκ γῆς δὲ ὕδωρ γίνεται, ἐξ ὕδατος δὲ ψυχή).

D - K 41: «Una è la sapienza: conoscere la mente che per il mare del tutto ha segnato la rotta del tutto»
(εἶναι γὰρ ἓν τὸ σοφόν, ἐπίστασθαι γνώμην, ὁτέη ἐκυβέρνησε πάντα διὰ πάντων).

D - K 48: «L'arco ha dunque per nome vita e per opera morte»
(τῷ οὖν τόξῳ ὄνομα βίος, ἔργον δὲ θάνατος).

D - K 49 A : «Nello stesso fiume entriamo e non entriamo, siamo e non siamo»
(ποταμοῖς τοῖς αὐτοῖς ἐμβαίνομέν τε καὶ οὐκ ἐμβαίνομεν, εἶμέν τε καὶ οὐκ εἶμεν).

D - K 51: «Non intendono come da sé discordando seco stesso concordi: armonia contrastante, come quella dell’arco e della lira»
(οὐ ξυνιᾶσιν ὅκως διαφερόμενον ἑωυτῷ συμφέρεται· παλίντονος ἁρμονίη ὅκωσπερ τόξου καὶ λύρης).

D - K 53 : «Il conflitto è il padre e re di tutte le cose: gli uni rivela come déi, gli altri come uomini; gli uni fa schiavi, gli altri liberi»
(πόλεμος πάντων μὲν πατήρ ἐστι, πάντων δὲ βασιλεύς, καὶ τοὺς μὲν θεοὺς ἔδειξε τοὺς δὲ ἀνθρώπους, τοὺς μὲν δούλους ἐποίησε τοὺς δὲ ἐλευθέρους).

D - K 60: «La via in su e la via in giù sono una e la medesima»
(ὁδὸς ἄνω κάτω μία καὶ ωὑτή).

D - K 62: «Immortali mortali, mortali immortali: viventi la morte di quelli, morenti la vita di questi»
(ἀθάνατοι θνητοί, θνητοὶ ἀθάνατοι. ζῶντες τὸν ἐκείνων θάνατον, τὸν δὲ ἐκείνων βίον τεθνεῶτες).

D - K 74: «Non bisogna comportarsi come figli dei padri»
(οὐ δεῖ ὡς παῖδας τοκεώνων ...).

D - K 80 : «Bisogna sapere che la guerra è presente in tutte le cose, che la giustizia è conflitto e che tutto accade necessariamente come frutto di una lotta»
(εἰδέναι δὲ χρὴ τὸν πόλεμον ἐόντα ξυνόν, καὶ δίκην ἔριν, καὶ γινόμενα πάντα κατ᾽ ἔριν καὶ χρεών).

D - K 88: «La stessa cosa sono il vivo e il morto, il desto e il dormiente, il giovane e il vecchio: questi mutando trapassano in quelli e quelli ritornano a questi»
(ταὐτὸ ζῶν καὶ τεθνηκὸς καὶ ἐγρηγορὸς καὶ καθεῦδον καὶ νέον καὶ γηραιόν· τάδε γὰρ μεταπεσόντα ἐκεῖνά ἐστι κἀκεῖνα πάλιν μεταπεσόντα ταῦτα).

D - K 117 : «Uomo ubriaco un fanciullo lo guida: il piede gli vacilla e non sa dove mettere il passo: egli ha umida l'anima»
(ἀνὴρ ὁκόταν μεθυσθῇ, ἄγεται ὑπὸ παιδὸς ἀνήβου σφαλλόμενος οὐκ ἐπᾴων ὅκη βαίνει, ὑγρὴν τὴν ψυχὴν ἔχων).

D - K 118 : «L'anima secca è di tutte la migliore e più saggia»
(αὔη ψυχὴ σοφωτάτη καὶ ἀρίστη).

Dal Diels-Kranz, Frammenti dei presocratici.