Eguaglianza
un valore spesso frainteso
Francesco Bertoldi
Un gerarchicità esistenzialmente inevitabile
Le realtà che noi conosciamo non hanno tutte lo stesso valore. Nella vita di tutti i giorni noi diamo diversa importanza a diverse “cose” che ci accadono.
- Se ci sono nel cielo dieci nuvole invece di otto, generalmente non è cosa che ci tocchi. Ma, se dobbiamo fare un'escursione, non è indifferente che piova o ci sia bel tempo.
- Se un portinaio sconosciuto ci sorride con un sorriso di circostanza, la cosa non ci tocca più di tanto. Ma se a sorriderci, e in un certo modo, è la persona che più amiamo, questo ha ben altro valore.
- Entriamo in un supermercato, oppure in un ristorante: i cibi che possiamo comprare o ordinare non sono tutti uguali. Alcuni ci piacciono, altri no, altri ancora ci provocano disgusto.
- Una zanzara ci impedisce di dormire tranquillamente: la uccidiamo. Provandone un minimo, o nessun, senso di colpa. Ma sarebbe diverso con un cane, o un gatto, o un cavallo che ci disturbassero: prima di ucciderli, anche in assenza di possibili sanzioni legali o di reazioni dei loro proprietari, ci penseremmo bene.
Insomma nella vita reale è inevitabile che noi stabiliamo una gerarchia: ci sono cose che hanno maggior valore, e altre ne hanno di meno. Cioè le “cose”, le realtà, non sono tutte eguali.
Sorge però la domanda: questa gerarchia è fondata nella realtà? Rispecchia un ordine oggettivo? O siamo noi che arbitrariamente, decidiamo che alcune cose ci interessano di più e altre di meno. Che alcune hanno maggior valore e altre meno.
Sua oggettività, per i medieovali
Un mondo gerarchicamente ordinato
I medioevali erano convinti che la gerarchicità della realtà fosse qualcosa di oggettivo, e non di soggettivo. Tant'è che un filosofo medioevale, Dionigi lo pseudo-Areopagita, scrive degli interi trattati dedicati alla gerarchia (terrestre, o meglio “ecclesiastica”, e “celeste”). E Un altro grande filosofo medioevale, Anselmo d'Aosta, costruisce proprio sulla oggettiva gerarchia degli esseri una delle sue prove dell'esistenza di Dio (quella del Monologion), che sarebbe poi stata ripresa da Tommaso d'Aquino (è la sua “quarta via”).
Ma si pensi anche alla gerarchicità dei luoghi per i medioevali: i luoghi non sono tutti uguali. Per questo hanno senso, ad esempio, i pellegrinaggi, a Roma, o a Gerusalemme, o a Santiago de Compostela o ad altri luoghi resi speciali perché in essi il Mistero si rende particolarmente presente. Più che altrove. Sulla dimensione simbolica dello spazio Romano Guardini ha scritto delle pagine molto interessanti .
O si pensi alla gerarchicità dei tempi per i medioevali: i tempi non sono tutti uguali. L'anno non scorre piatto, c'è periodo e periodo, in qualche modo qualitativamente diversi: i tempi liturgici (come Avvento, Natale, Quaresima, Pasqua). E in ogni settimana la domenica ha un posto speciale. E ogni giorno ha i suoi momenti “forti”, quelli in cui nei monasteri si recitano le “ore” (come il mattutino, o lodi, l'ora media, i vesperi).
Sua soggettività, per molti moderni
un mondo senza differenze qualitative
la cosmologia meccanicista
In età moderna questa convinzione viene dissolvendosi: il meccanicismo filosofico, che si afferma con Cartesio, mette ogni realtà sullo stesso piano, non ci sono più differenze qualitative tra le cose. Esiste infatti solo la materia, che è omogenea e indifferenziata, mentre non esistono più le forme, qualitativamente differenziate.
E lo stesso spazio è indifferenziato: ogni punto dello spazio è qualitativamente identico a ogni altro punto dello spazio. Analogamente il tempo scorre in una assoluta uniformità. Questo, almeno nella visione di Newton, che sarà poi messa in crisi da Einstein.
l'egualitarismo politico
In ambito politico viene da un lato affermandosi un giusto valore dell'eguaglianza tra gli esseri umani. “Égalité”, come è noto, è uno dei motti della Rivoluzione francese.
Questo porta al superamento della struttura gerarchica della società, che attribuiva ai nobili (a chi nasce nobile) un posto privilegiato. Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, e possono contribuire, col loro voto (che nel corso dell'800 viene estendendosi sempre più fino a giungere al suffragio universale).
Mentre il meccanicismo è una filosofia della natura inaccettabile, l'egualitarismo, se inteso in modo corretto, è certamente un guadagno da salutare positivamente, connesso com'è con la democrazia. Ma esso è stato anche inteso in modo inadeguato.
Un distorto concetto di eguaglianza
Tuttavia il valore dell'eguaglianza passa da una valenza giusta e positiva, come eguaglianza di tutti davanti alla legge, e poi come eguaglianza di diritti tra uomini e donne, a una sua interpretazione distorta e appiattente. Si fa come se eguaglianza significasse appiattimento di ogni differenza.
- Si prenda il caso del rapporto tra uomini e donne: il giusto superamento di un machismo sessista si spinge fino alla negazione della oggettività della differenza sessuale. Per cui l'unica differenza tra uomini e donne sarebbe esclusivamente anatomica, fisica, senza che ciò abbia conseguenza alcuna sul piano delle attitudini, delle capacità e della psiche. Sarebbe solo una convenzione storicamente contingente se le donne sono in genere più attente al dettaglio minuto, e gli uomini alle grandi linee, per esempio. Ora è vero che uomini e donne hanno la stessa dignità. Ma da questo segue che abbiano le stesse attitudini?
- Più eclatante è il caso dell'eguaglianza tra esseri umani e animali: per l'animalismo estremo gli animali avrebbero esattamente la stessa dignità di un essere umano. E così vediamo ormai nelle strade il tentativo di umanizzare gli animali, ad esempio portandoli in carrozzina, come se fossero bambini.
- Un altro caso di falso egualitarismo è quello tra esperti e non-esperti. Molti ormai non accettano più che ci siano degli esperti: tutti pretendono di sapere tutto di tutto. E pontificano saccentemente su tutto. Tom Nichols ha parlato al riguardo di fine della competenza . Il che ha gravi ricadute sul buon funzionamento della democrazia.
⚖ Per un giudizio
Insomma, è sì giusto ribellarsi a chi pretende di imporre in modo ingiustificato una sua superiorità.
Ma non lo è più, e non è realistico, pretendere che tutti possano e sappiano fare tutto.
Tutti gli esseri umani hanno la stessa dignità. Ma non può esistere una società in cui tutti abbiano le stesse funzioni.
📚 Bibliografia essenziale
- Francesco Bertoldi, Dia-logos. Per una ragionevole convivenza in una società multiculturale, Venezia 2023().
- Yascha Mounk, The People VS. Democracy. Why Our Freedom Is in Danger and How to Save It , New York 2018, tr.it. Popolo VS Democrazia. Dalla cittadinanza alla dittatura elettorale, Feltrinelli, Milano 2018 ().
- Antonio "Toni" Negri & Michael Hardt, Multitude: War and Democracy in the Age of Empire, London 2004, tr.it. Moltitudine: Guerra e Democrazia nel Nuovo Ordine Imperiale, Rizzoli, Milano 2004 ().
- Tom Nichols, The Death of Expertise. The Campaign Against Established Knowledge and Why it Matters, Oxford - New York 2017, tr.it. La conoscenza e i suoi nemici. L'era dell'incompetenza e i rischi per la democrazia, Luiss University Press, Roma 2018 ().
- Piergiorgio Oddifreddi, La democrazia non esiste. Critica matematica della ragione pratica, Milano 2017().
- Nadia Urbinati, Io, il popolo. Come il populismo trasforma la democrazia, Bologna 2020().
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