mani che convergono

Eguaglianza

un valore spesso frainteso

Un gerarchicità esistenzialmente inevitabile

Le realtà che noi conosciamo non hanno tutte lo stesso valore. Nella vita di tutti i giorni noi diamo diversa importanza a diverse “cose” che ci accadono.

Insomma nella vita reale è inevitabile che noi stabiliamo una gerarchia: ci sono cose che hanno maggior valore, e altre ne hanno di meno. Cioè le “cose”, le realtà, non sono tutte eguali.

Sorge però la domanda: questa gerarchia è fondata nella realtà? Rispecchia un ordine oggettivo? O siamo noi che arbitrariamente, decidiamo che alcune cose ci interessano di più e altre di meno. Che alcune hanno maggior valore e altre meno.

Sua oggettività, per i medieovali

Un mondo gerarchicamente ordinato

I medioevali erano convinti che la gerarchicità della realtà fosse qualcosa di oggettivo, e non di soggettivo. Tant'è che un filosofo medioevale, Dionigi lo pseudo-Areopagita, scrive degli interi trattati dedicati alla gerarchia (terrestre, o meglio “ecclesiastica”, e “celeste”). E Un altro grande filosofo medioevale, Anselmo d'Aosta, costruisce proprio sulla oggettiva gerarchia degli esseri una delle sue prove dell'esistenza di Dio (quella del Monologion), che sarebbe poi stata ripresa da Tommaso d'Aquino (è la sua “quarta via”).

Ma si pensi anche alla gerarchicità dei luoghi per i medioevali: i luoghi non sono tutti uguali. Per questo hanno senso, ad esempio, i pellegrinaggi, a Roma, o a Gerusalemme, o a Santiago de Compostela o ad altri luoghi resi speciali perché in essi il Mistero si rende particolarmente presente. Più che altrove. Sulla dimensione simbolica dello spazio Romano Guardini ha scritto delle Negli Scritti filosofici.

O si pensi alla gerarchicità dei tempi per i medioevali: i tempi non sono tutti uguali. L'anno non scorre piatto, c'è periodo e periodo, in qualche modo qualitativamente diversi: i tempi liturgici (come Avvento, Natale, Quaresima, Pasqua). E in ogni settimana la domenica ha un posto speciale. E ogni giorno ha i suoi momenti “forti”, quelli in cui nei monasteri si recitano le “ore” (come il mattutino, o lodi, l'ora media, i vesperi).

Sua soggettività, per molti moderni

un mondo senza differenze qualitative

la cosmologia meccanicista

In età moderna questa convinzione viene dissolvendosi: il meccanicismo filosofico, che si afferma con Cartesio, mette ogni realtà sullo stesso piano, non ci sono più differenze qualitative tra le cose. Esiste infatti solo la materia, che è omogenea e indifferenziata, mentre non esistono più le forme, qualitativamente differenziate.

E lo stesso spazio è indifferenziato: ogni punto dello spazio è qualitativamente identico a ogni altro punto dello spazio. Analogamente il tempo scorre in una assoluta uniformità. Questo, almeno nella visione di Newton, che sarà poi messa in crisi da Einstein.

l'egualitarismo politico

In ambito politico viene da un lato affermandosi un giusto valore dell'eguaglianza tra gli esseri umani. “Égalité”, come è noto, è uno dei motti della Rivoluzione francese.

Questo porta al superamento della struttura gerarchica della società, che attribuiva ai nobili (a chi nasce nobile) un posto privilegiato. Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, e possono contribuire, col loro voto (che nel corso dell'800 viene estendendosi sempre più fino a giungere al suffragio universale).

Mentre il meccanicismo è una filosofia della natura inaccettabile, l'egualitarismo, se inteso in modo corretto, è certamente un guadagno da salutare positivamente, connesso com'è con la democrazia. Ma esso è stato anche inteso in modo inadeguato.

Un distorto concetto di eguaglianza

cani in carrozzina
cani in carrozzina: patetico e grottesco tentativo di umanizzare il non-umano

Tuttavia il valore dell'eguaglianza passa da una valenza giusta e positiva, come eguaglianza di tutti davanti alla legge, e poi come eguaglianza di diritti tra uomini e donne, a una sua interpretazione distorta e appiattente. Si fa come se eguaglianza significasse appiattimento di ogni differenza.

Per un giudizio

Insomma, è sì giusto ribellarsi a chi pretende di imporre in modo ingiustificato una sua superiorità.

Ma non lo è più, e non è realistico, pretendere che tutti possano e sappiano fare tutto.

Tutti gli esseri umani hanno la stessa dignità. Ma non può esistere una società in cui tutti abbiano le stesse funzioni.

📚 Bibliografia essenziale