l'evoluzionismo

da Lamarck a Darwin

l'evoluzionismo

Per moltissimo tempo il pensiero aveva creduto all'immutabilità delle specie viventi (fissismo): lo esprime bene la celebre frase di Linneo: species tot numeramus quae in principio creavit infinitum ens.

Nel '700 affiorano invece idee evoluzionistiche, con Mapertuis e con Buffon. Ma il primo a dare forma compiuta all'evoluzionismo fu Lamarck.

Jean-Baptiste Monet de Lamarck (1744/1829) sostenne nella Philosophie zoologique, 1809, che le specie non sono fisse ma evolvono, per adattamento a variazioni ambientali: gli organi si modificano nell'individuo, appunto per meglio adattarsi all'ambiente ed essendo la trasformazione migliorativa essa viene trasmessa ereditariamente.

Contro le teorie di Lamarck sorse però la teoria catastrofista di Georges Cuvier (1769/1832), il quale non contestava che fossero comparse, dall'origine della terra, nuove specie viventi e altre se ne fossero estinte, ma riteneva che ciò fosse avvenuto in modo non evolutivo, bensì come scomparsa di alcune specie e nascita, ex novo, di altre. Tale sua convinzione era motivata dalla supposta presenza appunto di catastrofi geologiche che avrebbero interrotto una possibile evoluzione graduale.

Alle tesi di Cuvier si contrapposero, difendendo l'evoluzionismo, il biologo étienne Geoffroy Saint-Hilaire (1772/1844) e il geologo Charles Lyell (1797/1875); quest'ultimo sostenne, contro il catastrofismo di Cuvier, una concezione uniformitarista, che vedeva, nell'evoluzione della superficie terreste un prevalere della continuità sulla discontinuità.

Darwin

Un apporto decisivo all'evoluzionismo venne dato, com'è noto, da Charles Darwin (1809/82). Egli si convinse della verità dell'evoluzionismo grazie alle osservazioni che potè compiere nel suo giro del mondo sul veliero Beagle, dal '31 al '36. La spiegazione che diede di tale fenomeno si scosta da quella di Lamarck nei seguenti punti:

Si può perciò dire che le tesi di Darwin, pur essendo formulate come tesi scientifiche, segnano, dal punto di vista filosofico, un allontanamento dalla concezione religiosa: il concetto di caso, di comparsa casuale di nuove caratteristiche mal si concilia col finalismo che accompagna una visione religiosa, così come l'idea di una lotta senza quartiere tra i viventi introduce un fattore di disarmonia mal conciliabile con i valori di ordine e unità del reale.

La incompatibilità delle teorie darwiniane con la religione raggiunse il culmine quando egli applicò l'evoluzionismo anche all'uomo, la cui origine era collocata in uno sviluppo delle scimmie antropomorfe. Vi furono reazioni negative da parte degli ambienti ecclesiastci, ma lo stesso Darwin perdette la fede, ritenendola inconciliabile con le sue tesi.

Convinto della conciliabilità dell'evoluzionismo con la religione fu invece il filosofo Herbert Spencer (così come lo sarebbe stato, un secolo più tardi, Pierre Teilhard de Chardin).